In questo Blog, potrete rimanere aggiornati sulle numerose attività che si eseguono durante le ore di lezione.
giovedì 3 luglio 2014
venerdì 13 giugno 2014
Un nonno speciale!
Il nonno in questione, di
mestiere faceva il fioraio, ma già da un paio di anni è in pensione.
Scrivere la lista delle domande
serve a noi ragazzi per costruire la storia di un nonno che non conosciamo.
Perciò sapere in anticipo le
informazioni di cui vorremmo conoscere dettagli ci aiuterà a preparare una
buona scheda tecnica su quello che a un nonno si potrebbe chiedere.
Lei come si chiama? Francesco Rifino
Quanti anni ha? 72 anni, sono nato il 01-07-1940
Ha dei figli? Sì Quanti? Quattro:
due femmine e due maschi
Dove è nato? Sono nato ad Altamura e qui vivo.
Che lavoro svolgeva prima di andare in pensione? Qual è il
suo hobby? Il fioraio che, per me, è un lavoro ed un hobby.
Come passione aveva solo i fiori o qualcosa altro? Solo
i fiori e se dovessi ricominciare rifarei esattamente il fioraio.
Perché ha scelto di svolgere questa attività? L’ho
scelto perché mi piacciono i fiori.
Quando lo ha deciso? Già da ragazzino.
Le piaceva questo lavoro, o avrebbe voluto sceglierne un
altro? Sì mi piaceva questo lavoro; avrei scelto di fare il fioraio.
Che lavoro svolgeva prima di fare il fioraio? Prima facevo
l’ortolano; per 40 anni il fioraio.
Lavorava da bambino? Sì, già da 7 anni.
Che ne pensava la sua famiglia di questa sua decisione? Era
molto felice.
Quale dei fiori è quello da lei il più gradito? La
rosa, di qualsiasi colore.
Questa sua passione per i fiori l’ha avuto sin da piccolo? Sì.
Che cosa l’ha colpita di questo lavoro? Mi piacevano
molto i fiori.
Le composizioni che prepara sono tutte uguali o diverse? Tutte
diverse.
Quali sono gli elementi che fanno cambiare una composizione? La
disposizione dei fiori e la combinazione tra colori e tipo di fiore.
Quanti clienti ha avuto in questi anni? Tanti.
A proposito di razzismo’
Vi è gente che giudica le persone in modo negativo solo dal colore della pelle, dall’origine, dalla
lingua o dalla religione e magari (pregiudica
una persona in modo negativo) sottovalutando persino le sue capacità.
Sottovalutare qualcuno, solo dall’aspetto esteriore,
senza mai aver comunicato con esso non è sicuramente
rassicurante. Queste azioni, infatti, possono innescare fenomeni di razzismo, ossia un atteggiamento di intolleranza e
fanatismo contro la persona che si reputa diversa da sé. Le ragioni che stanno
alla base di questi atteggiamenti sono l’odio e l’ira che si provano (contro) nei
confronti degli altri e, in qualche caso, vi può essere persino (alla base di questi atteggiamenti è anche qualche volta) l’invidia.
(Normalmente) Comunemente per
razzismo si intende ogni atteggiamento attivo di intolleranza, ma in alcuni
casi non è l’intolleranza che agisce ma
altri aspetti sentimentali che si provano nei riguardi di una certa persona. Dalla teoria del razzismo
l’umanità viene divisa in razze superiori, più evolute, e razze inferiori,
incivili; tali concetti considerati utili strumenti di persuasione durante
alcune fasi storiche determinarono la discriminazione e l’odio per gli
stranieri. Tuttavia vi è inoltre un’altra forma di razzismo, definita
”passivo”. Questa forma di razzismo è caratterizzata da atteggiamenti di
insofferenze, pregiudizi e violenze limitate a parole o minacce che potrebbero
ferire l’altro coetaneo. Noi, da persone consapevoli e ragionevoli, dobbiamo
riflettere sull’importanza della convivenza pacifica fra persone di razze,
lingua, religione e cultura diversa. Per cui ragionare sulla parola razzismo ci
aiuta a capire l’importanza e la giusta definizione che potremmo dare ad essa.
Fatima Ben Nasr 3^F 29/10/2013
Il gergo dell'intolleranza
Indifferente: non differente, uguale, identico, detto di
cose di cui non importi la scelta.
Che non prova sentimenti.
Differente: che non ha le stesse qualità , rispetto ad
un’altra persona o cosa.
Odio: sentimento di grande ostilità per cui si
desiderava un male altrui.
Senso di intolleranza per qualcosa.
Vendetta: l’offesa morale o danno materiale che si
arreca ad altri per ripagarsi di un danno subito.
L’offesa : atto, effetto dell’offendere.
[militare] azione di attacco.
Offendere: recare offesa, danno materiale o morale .
Produrre lesione, recare molestia.
Molestia: fastidio, disagio che incomoda ed irrita
Irritare: muovere qualcuno a sdegno, fargli perdere la
calma; eccitare.
Provocare infiammazioni, prurito, ecc.…
Sdegno: risentimento, irritazione provocata da
qualcosa che non si può tollerare specialmente perché offende il senso morale;
disprezzo.
Tolleranza: qualità per cui si permettono e si accettano
idee e atteggiamenti diversi dai propri o si dimostra comprensione per gli
errori e i difetti altrui.
Fatima Ben
Nasr e Miriana Colamonaco 2^F
Il mito del buon selvaggio
IL
MITO DEL BUON SELVAGGIO!
Leggere il testo. Ricerca dei vocaboli.
Sintesi. Cerca il collegamento con altre discipline (mediante parole).
Ricerca dei vocaboli.
INDIGENI: Di popolazioni Indigene.
CIVILTA’: Il livello di cultura e di progresso materiale e
spirituale raggiunto dall'umanità intera o da un popolo in particolare.
PUDORE: Per estensione, giusto ritegno, misura.
COLONIZZATORE: Chi colonizza.
SERVITU’: Qualità, condizione di servo. Il complesso delle persone di
servizio.
GENUINITA’: Qualità di ciò che è genuino.
INDOLE: L'insieme delle inclinazioni che formano il
carattere di un individuo; per estensione, qualità propria, modo speciale di
essere.
SUPREMAZIA: Autorità suprema; preminenza sulle altre
autorità; primato.
CANNIBALI: Chi si ciba di carne
umana.
PADRONE: Chi ha
qualcuno alle proprie dipendenze.
SINTESI
Riflessioni e rappresentazione grafica sul libro APPUNTI DI VIAGGIO
Celeste nella foresta
Mercadante!
Una ragazza di vent’anni uscì dal
folto della foresta Saverio Mercadante.
Portava un cappello stile cowboy, una
camicia color panna, dei pantaloncini di jeans, una tracolla bianca con vari
disegni che sosteneva un turcasso pieno di frecce, alla cintura un coltello da
caccia, in mano l’arco.
Si chiamava Celeste. Si divertì a
centrare gli alberi più lontani; poi stanca si stese sull’erba a guardare il
cielo e gli uccelli volare.
A un tratto sentì uno scricchiolio di
rami; alzò la testa e vide un daino spaventato che attraversava la foresta e
spariva nel bosco.
Celeste prese l’arco e cercò di
colpire l’animale ma, proprio mentre stava per tirare videun uomo accovacciato
dietro un cespuglio; stava nascosto con la freccia sulla corda, l’occhio alla
mira e aspettava.
dall’aspetto pareva un boscaiolo ma
se fosse stato un cacciatore avrebbe ucciso il daino.
Celeste capì che avrebbe commesso un
delitto e cercando di impedirlo si nascose dietro gli alberi, sorvegliando
l’uomo che gli volgeva le spalle.
All’improvviso lo sconosciuto lanciò
una freccia verso il sentiero, dopo essersi spostato di qualche millimetro tirò
di nuovo.
Dopo la seconda freccia Celeste si
domandava chi o cosa fosse il suo bersaglio mentre egli preparava un’altra
freccia.
La ragazza si spostò dietro un altro
albero senza farsi accorgere dall’uomo e vide una giovane ragazza con il suo
cavallo incerta se continuare il suo percorso o ritirarsi. la ragazza cacciò un
urlo: una freccia si conficcò nel pomo della sua sella.
Allora Celeste capì subito che
quell’uomo era un vile assassino.
Allora Prese una freccia e… la mano
sinistra dell’assassino rimase inchiodata sull’arco.
L’uomo si voltò per capire da dove
provenisse la freccia ma celeste fu più veloce e si nascose.
Per spaventarlo Celeste tirò un’altra
freccia che gli portò via il cappello.
Spaventato il bandito scappò via
inciampando e gridando <<Il diavolo! Il diavolo! Il diavolo!>>
Ilaria Lorusso II F
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