Vi è gente che giudica le persone in modo negativo solo dal colore della pelle, dall’origine, dalla
lingua o dalla religione e magari (pregiudica
una persona in modo negativo) sottovalutando persino le sue capacità.
Sottovalutare qualcuno, solo dall’aspetto esteriore,
senza mai aver comunicato con esso non è sicuramente
rassicurante. Queste azioni, infatti, possono innescare fenomeni di razzismo, ossia un atteggiamento di intolleranza e
fanatismo contro la persona che si reputa diversa da sé. Le ragioni che stanno
alla base di questi atteggiamenti sono l’odio e l’ira che si provano (contro) nei
confronti degli altri e, in qualche caso, vi può essere persino (alla base di questi atteggiamenti è anche qualche volta) l’invidia.
(Normalmente) Comunemente per
razzismo si intende ogni atteggiamento attivo di intolleranza, ma in alcuni
casi non è l’intolleranza che agisce ma
altri aspetti sentimentali che si provano nei riguardi di una certa persona. Dalla teoria del razzismo
l’umanità viene divisa in razze superiori, più evolute, e razze inferiori,
incivili; tali concetti considerati utili strumenti di persuasione durante
alcune fasi storiche determinarono la discriminazione e l’odio per gli
stranieri. Tuttavia vi è inoltre un’altra forma di razzismo, definita
”passivo”. Questa forma di razzismo è caratterizzata da atteggiamenti di
insofferenze, pregiudizi e violenze limitate a parole o minacce che potrebbero
ferire l’altro coetaneo. Noi, da persone consapevoli e ragionevoli, dobbiamo
riflettere sull’importanza della convivenza pacifica fra persone di razze,
lingua, religione e cultura diversa. Per cui ragionare sulla parola razzismo ci
aiuta a capire l’importanza e la giusta definizione che potremmo dare ad essa.
Fatima Ben Nasr 3^F 29/10/2013
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